Città di Faeto

Faeto è un comune italiano di 618 abitanti della provincia di Foggia in Puglia.

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Descrizione

 

Faeto è uno dei 64 Comuni della Provincia di Foggia.

Fa parte della Comunità Montana del Subappennino Dauno Meridionale.

È il più alto è uno dei più graziosi paesi della Capitanata.

È situato a 866 metri di altitudine, nella parte meridionale del Subappennino Dauno, ad una latitudine nord di 41° 19' 28" e una longitudine est di 2° 41' 34" da Monte Mario (Roma) .

La superficie del territorio comunale si estende per 26,19 Kmq, su cui vivono 878 abitanti, di cui 427 maschi e 451 femmine.

Collocato a sud-ovest di Foggia, da cui dista circa 50 Km, confina a nord con il territorio di Biccari e a nord-ovest con quello di Roseto Valfortore, ad ovest e a sud-ovest con quello di Castelfranco in Miscano (provincia di Benevento), a sud con quello di Greci (provincia di Avellino), a sud-est con quello di Orsara di Puglia e di Celle di San Vito e ad est e a nord-est con quello di Celle di San Vito.

Il territorio è prevalentemente montuoso e raggiunge le massime altezze con il Monte Cornacchia a 1.151 metri di altitudine, al confine con il territorio di Biccari, con il Monte Perazzoni a 1.060 metri ad ovest dal centro abitato, con il Monte San Vito a 1.015 metri a sud-est e con il Monte Castiglione a 959 metri a sud-est dal centro abitato.

I punti più bassi di altitudine si riscontrano nella parte settentrionale del territorio, individuati con le quote di 692 metri in vicinanza della Fontana Marrone, nella parte occidentale con le quote di 662 metri ai confini con il territorio di Castelfranco in Miscano e con quote ancora più basse 627 metri e 620 metri presso la sorgente Acqua La Rama, nella parte sud-ovest del territorio.

Le caratteristiche geopedologiche del territorio favoriscono una ricca idrografia superficiale.

Si possono rilevare i seguenti corsi d'acqua:

a nord-est del centro abitato il torrente Le Cesi di circa 1 Km, a nord-est il Canale del Feudo con un percorso di Km 4 circa, a sud-est il Canale Giardina con un percorso di 2,5 Km circa, che confluiscono nel bacino del torrente Celone, l'Aquilonis o Filamo degli antichi il cui ramo principale nasce dal versante meridionale di Monte San Vito (1.015), forma un'ampia curva verso settentrione passando a destra del centro abitato di Faeto.

Dal punto di vista morfologico, infatti, il territorio presenta un solco lungo 4-5 Km con una forte pendenza in cui confluiscono le acque di questo torrente. Lo stesso poi passa tra Celle e Castelluccio Valmeaggiore ed in fine serpeggia nel Tavoliere in direzione di Foggia per poi sfociare nel Candelabro.

Numerosi toponimi si ricollegano alla presenza di acque e di fontane in località specifiche: Bagnaturo a circa 2 Km a nord del centro abitato, Fontanelle a sud-est del centro abitato, Acqua la Rama all'estremità sud-ovest del territorio, ai confini con il territorio di Greci.

Il paese si sviluppa a mezza costa e "come un nido di uccello" è adagiato sul fianco est del Monte Perazzoni.

Per la sua felicissima posizione offre ai visitatori uno spettacolo non indifferente di bellezze paesaggistiche ancora incontaminate, di storia, di costumi, di folclore.

Da qui, come dalle cime del Subappennino che circondano il paese, si possono dominare i poetici valloni, la piana del Tavoliere e, nelle giornate prive di foschia, l'azzurro mare Mediterraneo e i monti del Gargano.

Qui, e in nessuna altra parte, si può scorgere una ricca varietà di alberi: querce, cerri, farnie, ippocastani, aceri, olmi, robinie, salici, faggi, frassini, agrifogli, cornioli; di arbusti: biancospino, ginestre, rovi, susini selvatici; di fiori di campo: viole, primule, anemoni, gigli, narcisi, orchidee, asfodeli, campanelle; di rivi, ruscelli e di sorgenti d'acqua limpida e fresca.

Il clima è quello tipico appenninico: inverni freddi, estati non eccessivamente calde.

La temperatura media annua è compresa tra i 10 e i 18 gradi C e l'escursione termica non è eccessiva. I valori minimi invernali scendono intorno ai 4 gradi C; quelli massimi estivi non superano i 27-28 gradi C. Raramente si registrano temperature che scendono sotto lo zero.

La neve è di casa. I venti predominanti sono la Bora (Wàjere), che spira da Nord, fredda e pungente, e lo Scirocco (Favùgne), meglio conosciuto come Favonio, proveniente da Sud, a volte caldo e a volte umido, causa di gravi danni, soprattutto all'agricoltura.

Per chi volesse trascorrere una giornata riposante e ritemprante e ripercorrere itinerari nella storia, nelle tradizioni e nella genuina ospitalità della gente, non ha che venire a Faeto.

Per chi vive ed opera a Faeto, conoscere la storia del proprio territorio serve non solo come conoscenza del passato per una più corretta valutazione del presente, ma anche come motivo (se non proprio come necessità) di riappropriazione della propria identità e della propria civiltà, con l'augurio e l'impegno di conservare il patrimonio di cultura e di tradizioni derivante dal passato.

L'attività predominante è quella agricola con reddito molto basso a causa della scarsa fertilità dei terreni coltivati. La produzione locale più importante è quella del grano, seguita dal girasole e dal mais. Di una certa importanza è la coltivazione delle leguminose e tuberose; da segnalare, in particolare, la produzione di fagioli e patate che per la loro bontà e squisitezza sono rinomati e ricercati. Fama di bontà, giustamente meritata, godono i salumi prodotti sul posto. La loro qualità è buonissima; il gusto è prelibato, ciò grazie all'alimentazione molto curata dei suini e alla confezione casalinga dei prodotti .

Modalità di accesso:

Il Comune è accessibile a piedi e su ruota tramite strada asfaltata.

Indirizzo

Contatti

  • Telefono: 0881973290
  • PEC: comune@pec.comune.faeto.fg.it

Ulteriori informazioni

 

ORIGINE DEL NOME

 

Presso l'attuale Faeto vi erano, in epoca medievale, un cenobio benedettino Sancti Salvatoris de Fageto e un monastero Sanctae Mariae de Faieto o Fageto. Il toponimo Faieto o Fageto, derivato dall'abbondante vegetazione naturale a dominanza di faggio, diede dunque il nome al paese

LA STORIA

Il comune è citato per la prima volta nel 1343, in un atto del giustiziere di Capitanata, mentre nel 1354 la regina Giovanna d'Angiò assegna Faeto alla diocesi di Troia.

Agli inizi del 1440 Faeto perse la sua autonomia e venne annesso alla baronia della Valmaggiore, che comprendeva anche Castelluccio e Celle di San Vito. La baronia appartenne, nel corso dei secoli, a diversi casati, fra i quali spiccano i Carafa e i Caracciolo, fino agli inizi dell'Ottocento quando, abolito il feudalesimo, il comune riacquistò l'autonomia.

 

Pagina aggiornata il 22/02/2024